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Nel libro:

Aggiornamento: 26 dic 2022


 La psicologia del profondo è artefice di una letteratura che entra nell’inconscio direttamente riconoscendolo come mundus imaginalis e accogliendone il bisogno intrinseco di narrare storie dell’anima. Potrebbe essere un nuovo genere letterario o, come ha suggerito Tzvetan Todorov, un’evoluzione dei temi trattati nella letteratura fantastica. Per la psicologia archetipica promossa da James Hillman, allievo di Carl Gustav Jung, la storia clinica, è un campo di ricerca dove il racconto diventa storia dell’anima intesa come espressione dell’istinto creativo dal quale emergono le arti e la stessa psicoterapia, un approccio alla clinica che arricchisce il lato umano di una psicologia sempre più a rischio di ridursi a mera conoscenza della macchina organica con i suoi protocolli di buon vivere normalizzanti, salutisti, morali, borghesi e salvifici.


In questo libro gli dei prendono vita in un contesto del tutto particolare, quello della seduta psicoterapeutica, un luogo intimo nel quale è possibile aprirsi senza temere di esporre le proprie debolezze e i propri lati oscuri. I protagonisti della storia sono il Dottore e Psiche, uno psicoterapeuta che aiuta Psiche nell’affrontare il suo nuovo ruolo di dea. Psiche si trova a disagio nell’Olimpo, sente segnali funesti di presagio di cui non riesce a comprenderne le cause. Verrà inviata al Dottore dalla dea Atena cominciando così un percorso di analisi che la porterà a misurarsi con il suo mito. La favola di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nell’Asino d’oro, diventa un percorso di ricerca che apre a domande e temi psicologici fondamentali: che cos’è una malattia, di cosa è fatta la psiche, come i miti hanno formato e plasmano l’inconscio collettivo, cosa è accaduto nel passaggio dal mondo degli dei olimpici a quello del dio cristiano, il rapporto tra psicologia e religione.  Nel cercare di capire chi sia Psiche rivela la sua vocazione, ascoltare la voce degli dei. Da paziente Psiche diventa terapeuta ponendosi da interlocutrice con i maggiori dei olimpici, Ade, Dioniso, Efesto, Poseidone, Ermes, Ares, Apollo, Zeus. I colloqui rispettano il rapporto caratteristico delle sedute psicoanalitiche facendo emergere problemi tipici della situazione analitica: le resistenze a confrontarsi, l’analisi dei sogni, i meccanismi di difesa, il transfert e il controtransfert.  


Dal dialogo con gli dei si definisce il rapporto tra uomo e donna, la psiche maschile emerge dai suoi archetipi, i modelli del comportamento carichi dei tipici pregiudizi che sono alla base del maschilismo e del patriarcato. Dal racconto si scoprirà che non è sempre stato così e che in un passato remoto il ruolo e le funzioni del femminile erano tanto dominanti quanto quelle maschili, i tempi in cui le donne erano sacerdotesse del culto della grande madre e delle sue influenze sulla vegetazione, i cicli della vita e l’uso del sesso iniziatico. Per questo un ruolo cardinale è occupato dalla dea che incarna tutte le caratteristiche del potere femminile, Afrodite, carnefice e maestra di Psiche che senza un motivo si è ritrovata ad essere riconosciuta come l’emanazione terrena della dea dell’amore. Nelle sue vicende rinarrate nel percorso psicoterapeutico Psiche cerca di colmare il contrasto tra il bisogno fondamentale di amore, la ricerca del perduto Eros, e l’acquisizione della sua autonomia come donna e dea. In questa ricerca si riveleranno importanti conseguenze sul legame che c’è tra il sentimento dell’amore, il desiderio e le origini della psicologia nel suo farsi mito di una nuova era.  

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